Già precedentemente si è trattato di una breve descrizione storica della valvola termoionica, qui invece si tratterà il diodo.
Le due forme principali, la valvola termoionica e il dispositivo a semiconduttore, conobbero uno sviluppo parallelo.
Nel 1873 il fisico britannico Frederick Guthrie illustrò il principio di funzionamento del diodo termoionico. Nel 1880 Edison incappò autonomamente nell'effetto termoionico (tanto che esso viene chiamato anche effetto Edison) mentre lavorava al perfezionamento della lampada a incandescenza, cercando di capire il motivo della rottura dei filamenti. Scoprì che una corrente invisibile fluiva dal filamento a una placca metallica inserita nel bulbo quando questa era collegata al polo positivo. Lo brevettò qualche anno dopo, senza tuttavia indicarne un uso concreto.
Venti anni dopo il britannico John Ambrose Fleming, che collaborava con la Marconi Company ma era stato impiegato di Edison, si accorse che l'effetto Edison poteva essere utilizzato come rilevatore di precisione di frequenze radio e brevettò il primo diodo termoionico, la "valvola di Fleming", nel novembre 1904. Solo due anni dopo Lee De Forest inventò il triodo.
Circa il diodo a stato solido, già nel 1874 il tedesco Karl Ferdinand Braun, sperimentando contatti tra metalli e cristalli (come la galena e la pirolusite, scoprì la capacità di tali giunzioni di far scorrere la corrente in un solo senso.
Nel 1897 l'indiano Jagadish Chandra bose fu il primo a presentare un apparato che usava un rilevatore radio a galena.
https://www.treccani.it/enciclopedia/diodo/
https://it.wikipedia.org/wiki/Valvola_termoionica